I promotori della campagna SOS Rosarno spiegano che la loro terra da molti anni è meta di immigrazione, ma solo da 20 hanno cominciato ad arrivare gli africani. Gli episodi di “ribellione” e di violenza che sono stati riportati dai mass media sono la conseguenza inevitabile dello sfruttamento dei braccianti, pagati una miseria per raccogliere le arance o gli altri agrumi del posto. La colpa, però, secondo Sos Rosarno non sarebbe tanto dei piccoli proprietari terrieri, quanto delle logiche di mercato che impongono un prezzo troppo basso per questi prodotti agricoli. La responsabilità maggiore, secondo loro, va alla Grande Distribuzione Organizzata:
“Se l’agricoltura è in ginocchio è perché c’è un sistema che di questa crisi si giova, contando che le clementine si vendano a 20 centesimi e che i disperati continuino a restar tali per essere disposti a raccoglierle a 20–25 euro al giorno. Se i prezzi degli agrumi sono così bassi, i proprietari terrieri sono costretti a sfruttare i lavoratori o devono chiudere l'azienda”.