Intorno a questa idea si raccoglie un gruppo di persone che, nel novembre del 1992, si costituisce in cooperativa, muovendosi alla ricerca di collaborazioni e risorse per approfondire gli intenti iniziali ed elaborare un progetto esecutivo. Un passaggio fondamentale è l’individuazione del Programma LEADER II come possibile fonte di finanziamento e l’ingresso di nuovi soci, provenienti da esperienze diverse, ma accomunati da un’idea, da un sogno che nel corso degli anni è venuto sovrapponendosi e incontrandosi con la realtà di tutti i giorni.
Mancava ancora un progettista competente, che soprattutto, condividesse i valori e le finalità della cooperativa per trasformarli in soluzioni tecniche. Determinante in questo senso è stato l’incontro con l’Atelier Ambulant d’Architecture, associazione europea di architetti ambulanti, che lavoravano al momento in Italia, Francia, Austria e Germania su progetti di rivitalizzazione socio-ambientale realizzati in autocostruzione. Il gruppo non è composto soltanto da architetti, ma si apre ad altre figure professionali per avere un approccio multidisciplinare, che cerca di ridefinire il ruolo e le responsabilità dell’architettura rendendola meno astratta e più vicina ai suoi destinatari.
Il progetto di massima scaturisce così da una collaborazione molto stretta tra i due gruppi, in una relazione di interscambio fra le esigenze e le esperienze dei soci della cooperativa e le compentenze e le idealità di Aad’A.
Questa prima fase si conclude con la concessione di un co-finanziamento da parte del Gruppo di Azione Locale (GAL) Trasimeno-Orvietano.