SITI, indagando criticamente il rapporto tra arte e territorio, tra pratiche e politiche, opera nel campo della ricerca e dell’educazione, dell’innovazione sociale a base culturale per ripensare – in maniera consapevole e responsabile – lo spazio in termini relazionali e attivare processi di trasformazione urbana e sociale attraverso l’arte e la cultura, per immaginare e generare il cambiamento.
SITI evoca la necessità di situarsi nei territori – nelle situazioni – in maniera «altra» per fare dell’arte e della cultura strumenti epistemologici per comprendere e agire nello spazio pubblico, per indirizzare le politiche e trasformare gli spazi in luoghi, utilizzando l’immaginazione come metodo.
SITI è acronimo di Social Innovation Through Imagination, ma anche di Spatial Incursion in quanto ha l’obiettivo di creare dei cortocircuiti – posizionandosi tra l’istituzionale e l’informale – attraverso pratiche artistiche e culturali.
Con SITI, l’arte e la cultura non solo lavorano nello spazio pubblico, ma lo costruiscono. Uno spazio materiale e fisico, ma anche immateriale e astratto, relazionale.
SITI attiva nuovi e inediti processi di conoscenza e produzione dello spazio urbano attraverso l’arte, con tutta la sua portata di valori semantici capaci di leggere e reinterpretare il passato per progettare il futuro.
La prima sperimentazione del progetto ha sede tra i Monti Lepini e si propone come pilota nell’attivazione di esperienze analoghe in altri luoghi "marginali" dando centralità ai territori tradizionalmente considerati "periferici", mettendo in discussione la ricorrente dicotomia centro-periferia e proponendo una nuova idea di città dove politiche urbane e culturali, linguaggi e razionalità diverse si ibridano.
SITI nasce nell’ambito del Dottorato di Ricerca in Ingegneria dell'Architettura e dell'Urbanistica presso il DICEA (Dipartimento di Ingegneria Civile, Edile e Ambientale) dell’Università La Sapienza di Roma. E' un progetto ideato e curato da Stefania Crobe.
SITI è un'ambasciata del Terzo Paradiso/Rebirth